Prosciutto di maiale Biscottato

Il maiale ha accompagnato l’uomo fin dai tempi antichi, in quanto è sempre stato inserito nella sua evoluzione.
La storia del maiale e dell’avventura affianco all’uomo inizia in un’epoca remota quale la “rivoluzione neolitica” caratterizzata dal deciso e repentino cambiamento da parte di alcune popolazioni, dalla caccia e dalla raccolta spontanea dei prodotti, ad un sistema di vita più sedentaria basato sull’agricoltura e l’allevamento di quegli animali considerati domestici. Il periodo storico, che si colloca tra il 4500 ed 5000 a. C. in Cina, pone in evidenza il maiale come precursore dell’allevamento rurale addomesticato della preistoria stessa, ma accreditati storici collocano nel territorio che parte dalle coste più orientali del Mediterraneo e passando attraverso la Mesopotamia, raggiunge il golfo Persico.
Nel mondo classico il maiale ha diversi significati sia religiosi che metaforici: nella Grecia antica il maiale veniva sacrificato ed offerto a Demetria, dea della fertilità, ma contemporaneamente era utilizzato come metafora di una persona molto ottusa, con scarsa sensibilità ed alquanto presuntuosa, poichè pretendeva di insegnare a chi era molto più esperto e saggio di lui come si deduce dall’espressione “ … che il maiale insegna ad Atena”, la dea patrona di tutte le arti. 
Anche Omero, nei suoi capolavori dell’Iliade e dell’Odissea, riporta numerosi riferimenti sui maiali: durante il decennale assedio a Troia, Tiresia consiglia ad Ulisse di sacrificare a Nettuno in quanto considerato avverso alla guerra, un verro, un montone ed un toro. La maga circe trasforma i compagni di Ulisse in maiali e quando finalmente arriva ad Itaca dopo oltre venti anni di allontanamento, la prima persona che incontra è Eumeo, il guardiano dei porci. 
Anche nella Bibbia si ritrovano varie annotazioni riferite al maiale: “Il porco ha fesso lo zoccolo, ma non rumina. Non mangiate del porco le carni, perché è immondo”. Grazie a tale proibizione, il popolo d’Israele evitò per anni il diffondersi di trichina e tenia, malattie parassitarie dovute al maiale, mentre altri popoli dell’epoca ne erano colpiti. Nonostante tutti questi divieti, gli ebrei allevavano il maiale per uso commerciale, in quanto in Giudea vi erano numerosi e notevoli allevamenti di suini in greggi, come citato nella parabola del “figliuol prodigo” del Vangelo.
Greci, etruschi e romani, che ne apprezzavano le succulenti caratteristiche culinarie, lo ritenevano simbolo di forza. 

Il ruolo delle carni suine era essenzialmente economico: ricche di nutrimenti e molto grasse non necessitano di particolari condimenti come le spezie, che di norma mancavano sulle tavole dei poveri. Inoltre, è una carne particolarmente adatta alla trasformazione, importante fattore in un periodo in cui la catena del freddo non esisteva ancora. Altro fattore importante, è che del maiale non si butta via niente aspetto da non sottovalutare, date le estreme condizioni di povertà in cui viveva la stragrande maggioranza delle popolazioni di allora. Ad ulteriore conferma del ruolo sociale del maiale nella vita rurale, è sufficiente pensare che ancora oggi in occasioni di manifestazioni paesane o per festeggiare particolari eventi, si consuma la carne fresca di suino o conservata come salume.
Dalla storia alla cucina quindi il passo è breve e sicuramente vi sarà capitato di cucinare il prosciutto di maiale e trovarlo eccessivamente asciutto, vi propongo un'alternativa al solito prosciutto secco con una ricetta al forno tutta da gustare che piacerà molto anche ai bambini.


Ingredienti per 4 persone

400 gr  di prosciutto di maiale tagliato a fette non molto sottili 
(In alternativa anche petto di pollo o di tacchino)
senape dolce qb
100 gr di patatine
100 gr di grissini
sale
olio

Procedimento
Tritare nel mixer le patatine con i grissini per la panatura.
Spalmare con la senape le fettine di prosciutto da entrambi i lati e passarle nella panatura.
Sistemare le fettine impanate sulla placca da forno e cuocere in forno preriscaldato a 200° per 15 minuti circa.

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